Il senso di morte del ‘Contratto’

Il programma di governo dei padano-grillini contiene un drammatico messaggio contro la fiducia, la solidarietà, l’amore. Una visione della vita e del mondo che spaventa.

La democrazia non è una forma perfetta di organizzazione della società ed al contrario di quanto si dica in occidente neppure è, comunque tra le varie, la ‘meno peggio’.

Alcuni esempi di organizzazione sociale tribale sono altrettanto interessanti, ma non è questo il punto del ragionamento. In Europa il ‘principio di rappresentanza’ funziona da secoli e tra guerre, rivoluzioni e riforme è la nostra stella polare.

Rappresentanza significa poche cose semplicissime. Alcuni cittadini si presentano agli altri proponendo, vengono scelti per un periodo di tempo ed alla fine del loro mandato giudicati per quello che hanno fatto. Se si sono comportati bene vengono riconfermati ed in caso contrario sostituiti con altri. Nel periodo del ‘mandato’ gli elettori li considerano loro rappresentanti. Tra votante ed eletto si prevede un rapporto empatico, simbiotico e sentimentale. Il cittadino si fida, ammira, stima il proprio ‘deputato’ se costui mantiene la parola, lo delegittima se mente. Ma si parte dalla vita, ovvero dalla fiducia. Sempre.

Nel ‘Contratto’ M5S e Lega hanno inserito alcune cose e ne hanno dimenticate altre.

Hanno previsto che un bambino non vaccinato possa andare lo stesso a scuola, mettendo in pericolo la vita di chi soffre di malattie gravi che non permettono di immunizzarsi. E questo per ‘non fiducia’ nei vaccini e nella scienza.

Hanno previsto che ad essere aiutati dallo Stato a mandare i figli all’asilo siano solo gli italiani, ai quali vengono concessi sgravi, mentre gli ‘altri’, gli stranieri, sono esclusi dai benefici. Questo per discriminazione nei confronti di chi è ritenuto ‘estraneo’.

Hanno previsto che si possa sparare con maggior facilità ad un ladro, come se uccidere fosse l’unica misura di protezione possibile. Questo perchè l’istinto alla violenza prevale su quello di autoconservazione.

Hanno previsto che se un genitore Romanì non manda i figli a scuola sia privato della patria potestà. Questo perchè il disprezzo per ‘gli zingari’ è più forte del sentimento di conoscenza e comprensione e perchè alcuni non vogliono trovare luoghi di comune e pacifica convivenza autoconvincendosi di essere ‘superiori’.

Hanno previsto che le cosiddette ‘pene alternative’ siano cassate e che si debba andare in carcere in ogni caso. Questo perchè l’istinto della vendetta prevale sul senso di giustizia, secondo il quale si debbono riabilitare e non escludere i responsabili di reati.

Hanno previsto di autorizzare l’azione degli ‘agenti provocatori’, ovvero di poliziotti o carabinieri incaricati di spingere qualcuno a delinquere per poi arrestarlo. Questo perchè, a prescindere delle motivazioni di una indagine, si suppone che in fondo “tutti sono colpevoli o possono esserlo”.

Leghisti e grillini nulla hanno pensato per affrontare con efficacia il colossale problema della violenza fisica e psicologica contro le donne. Nulla anche sulla tragica crisi sociale ed economica del Mezzogiorno. Ed ancora nulla sulla difesa dei diritti politici, civili e sindacali. E questo perchè le donne, il sottosviluppo e la libertà prima che ‘problemi politici’ sono ‘attivatori di sensibilità emotive’ e questo non piace a chi pensa di essere ‘maschio alfa’ ed ha una lettura ‘gerarchica’ dell’esistenza.

Insomma, leghisti e pentastellati si sono collocati tra chi è certo che la ‘forza’ debba prevalere su ‘ragione e sentimenti’. Si sono schierati con chi pensa che non la fiducia ma la sfiducia negli altri sia il fulcro sul quale si deve poggiare un consesso sociale ‘maturo’.

Ed infatti le due formazioni politiche hanno organizzato consultazioni per far ‘giudicare’ il ‘Contratto’ ai propri sostenitori. Ma come – dirà qualcuno – ecco la pura democrazia, ecco il nuovo che avanza!

Non è così. Il principio di delega contiene quello di fiducia. Chi rispetta il proprio medico e si fida delle sue diagnosi dopo un responso non va da un altro dottore per farsi smentire o confermare la terapia.

Lo stesso vale per un elettore, che quando sceglie di concedere la propria fiducia delega l’eletto a rappresentarlo per il tempo del mandato. Perchè non ha resistenze, remore, diffidenze, paure. Fidarsi è vivere, saper convivere, saper amare.

Chiamare chi già ha espresso una scelta a confermarla significa prima di tutto non fidarsi di se stessi e proiettare quella sfiducia negli altri. Il limite ‘psicologico’ della cosiddetta democrazia diretta è il prevalere del thanatos sull’eros, il vincere del senso di morte sul desiderio di condivisione. Fiducia, delega e rispetto sono i tre cardini sui quali si poggia non solo un sistema democratico, ma anche un modo di vivere compiuto e ‘risolto’.

Per errore si scinde la politica dall’analisi dell’incoscio e continando a sbagliare si suppone che le decisioni politiche siano esclusivamente frutto del razionale. Emozioni, pulsioni, istinto sono le fondamenta sulle quali si poggia l’edificio della Ragione. Per questo, oltre le singole articolazioni del ‘Contratto’, il documento rilasciato dalla possibile alleanza tra Di Maio e Salvini definisce un quadro nevrotico molto allarmante. Dove per nevrosi si intende un disagio profondo e patologico tra qualcuno e l’ambiente che lo circonda.

L’Italia per ricostruirsi ha prima di tutto necessità di disponibilità a comprendere le sfide di un mondo in profondo mutamento. M5S e Lega, oltre ogni ragionevole dubbio, sono invece il passato, il più deleterio nutrimento di quella patologia nevrotica che ci ha portati alla gravissima crisi di identità nella quale oggi siamo impantanati. Non è un caso osservare quanto le due forze politiche attraggano persone ‘smarrite’, ‘esasperate’, alla ricerca di ‘sicurezza’ e ‘senso di rivalsa’.

Sapranno i cittadini capire tutto questo? E soprattutto difendersi da una paura che genera altra paura?

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