Al Bano e Romina forever… altro che Siria

Rai1 travolta dal ‘caso Carrisi’. Telefonate in diretta, commenti ed analisi degli eventi. Intanto Trump vuole bombardare Damasco.

“Ormai io e lei ci siamo lasciati al punto tale che non voglio neanche sentirla al telefono”, ha detto lunedì mattina con voce stentorea, riferendosi alla compagna Loredana Lecciso, il cantante di Cellino San Marco in una telefonata durante la messa in onda del programma della più importante rete del servizio pubblico radiotelevisivo, Storie Italiane.

Trafelata e commossa la conduttrice Eleonora Daniele, già raggiante per uno scoop che valeva una stagione, ha toccato il cielo con un dito quando all’improvviso è arrivato un secondo miracolo. Nelle case di milioni di italiani si è sentita la voce di Lecciso: “Questa telefonata me la sarei risparmiata per ovvi motivi, ma è doverosa nei confronti dei miei figli e di me come donna, posso solo dire che voglio un gran bene a quest’uomo… Al Bano ti voglio veramente bene, aiutiamoci. Arrivederci a tutti”.

Solo poche ore prima, durante Ballando con le Stelle, sempre su Rai1 e nella prima serata del sabato, Al Bano e Romina avevano ballato un tango, facendo impazzire il pubblico in studio. Bellissima e sorridente lei e un po’ ingessato lui, la coppia salentino-hollywoodiana, tanto criticata in passato per il forte registro nazional popolare delle loro canzoni, è da tempo diventata uno dei motivi di speranza per gli italiani. Si, di speranza: tutti sognano di vederli ancora insieme.

Dopo la scomparsa di Ylenia, la notte di Capodanno del 1993, i due artisti avevano smarrito l’antica complicità, devastati dal dolore per la perdita di quella figlia così intelligente e complicata. Poi la separazione, le liti, il silenzio.

Nel pomeriggio il ‘caso Carrisi’ ha invaso di nuovo gli schermi nazionali, questa volta ne La Vita in Diretta.

Ad analizzare gli avvenimenti, guidati da un compenetrato Marco Liorni, c’erano un testimone oculare del tango, Guillermo Mariotto, e Marta Flavi, celebrata opinionista televisiva per professione.

Al centro della discussione una frase dal significato misterioso pronunciata da Al Bano nella telefonata a Storie Italiane: “Ci sono delle cose gravi all’origine (della rottura, ndr) di cui non voglio parlare”. Ohibò, a cosa mai si riferiva il cantante?

Nelle stesse ore un altro interrogativo, decisamente spaventoso, si affacciava sulla scena politica internazionale.

Durante una delle innumerevoli battaglie della ormai infinita guerra siriana, una organizzazione molto discussa ed in gran parte finanziata con denaro proveniente dagli Stati Uniti, i “White helmets”, avevano diffuso una notizia secondo la quale le truppe governative di Damasco avrebbero usato gas durante un’azione militare contro i fondamentalisti.

Da sette anni Washington, Londra, Parigi, l’Arabia Saudita, la Turchia e settori influenti degli Emirati Arabi finanziano e sostengono le formazioni integraliste con lo scopo di abbattere il governo di Bashar al-Assad. Gli scopi sono quelli di controllare da vicino il ‘nemico numero uno Iran’ e nello stesso tempo di inasprire la guerra sempre meno sotterranea contro la Russia di Putin, colpevole di non accettare il ruolo di Paese subalterno. Il Cremilino nazionalista e sovranista, infatti, è tornato ad essere una grande potenza planetaria, per altro ricchissima di gas e petrolio, e questo non piace affatto agli occidentali, che dopo la caduta dell’Unione sovietica pensavano di poter ‘gestire’ finalmente il pianeta da soli ed invece si trovano contrastati da russi e cinesi, per altro spesso alleati.

Come è successo con l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia l’arma usata dalla Casa Bianca e dai suoi partner per aggredire i Paesi ‘antipatici’ sono la propaganda e l’uso dei media. Questa commedia è cominciata con Osama Bin Laden, pagato dalla Cia e fondatore di al Qaeda, è passata per Colin Powell che mostrò una bottiglietta di acqua fresca all’Onu spacciandola come prova dell’esistenza di mai trovate armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, è continuata con la pantomima di Sarkozy contro Gheddafi (dal quale il presidente francese prendeva denaro). Le macerie afgane, irachene e libiche, i milioni di morti, in gran parte civili, di profughi, i disastri umanitari sono sotto gli occhi del mondo, ma la pratica delle notizie manipolate per giustificare interventi militari non cessa.

Il clima internazionale non è mai stato così surriscaldato come in queste ore ed il terrore di Trump, ormai braccato dall’Fbi, sta spingendo il presidente americano a sviare l’attenzione dei suoi concittadini dai guai giudiziari ricorrendo al miglior sistema per distrarre: le bombe.

Certo, Al Bano, Romina e Loredana Lecciso non hanno alcuna colpa, ma che il servizio pubblico radiotelevisivo macini ogni giorno ore di programmazione di gossip o di dibattiti dopati è intollerabile.

Nei talk politici, poi, una compagnia di giro sempre eguale non fa che raccontare ‘storie fantasiose’ (ora, ultimi in ordine di tempo, ma già fuoriclasse in chiacchiere, sono arrivati i pentastellati).

Se al rimbambimento da pettegolezzo si aggiungono le balle di partiti e movimenti e l’invasione dei social da parte dei pasdaran della Lega, del M5S e dei (per la verità sempre più rari) renziani non mancano i motivi per preoccuparsi.

Insomma, mentre si corre il rischio di un ‘conflitto torrido’ tra occidente e Russia ed il Paese, a un mese dalle elezioni, è lontanissimo dall’avere un governo non resta che sperare in Al Bano e Romina Power…forever. Sull’informazione obiettiva del servizio pubblico meglio metterci una pietra sopra.

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