Beppe Grillo e le occhiatine alla destra estrema

Il Capo pentastellato non è persona particolarmente profonda. Il più delle volte i suoi discorsi sono un frullato misto di demagogia e superficialità.

Se per la politica interna, tuttavia, le posizioni di Grillo sono, come vedremo poi, furbette per quanto riguarda quella estera la questione invece è maledettamente seria.

Il Movimento del comico-nuotatore è alleato con Nigel Farage nel Parlamento europeo e il 30 maggio del 2014 il Blog di Grillo pubblicò sotto il titolo ‘Nigel Farage, la verità’ un comunicato stampa dell’Ukip, un gruppo politico che non è solo anti europeo, ma anche razzista, xenofobo e omofobo. Dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE sembrò che il M5S volesse differenziarsi dagli alleati britannici, ma senza troppo clamore.

Poi, senza nulla sapere degli Stati Uniti, Grillo ha scritto: “Hillary e Trump sono entrambi poco credibili, entrambi molto temibili per ciò che rappresentano e non per il potere che hanno. Il potere di un presidente negli USA e di fare danni all’estero. Sul versante interno basta guardare Obama: non ha cambiato nulla. La terra delle opportunità si è trasformata gradualmente in un paese con oltre 2 milioni e mezzo di carcerati, milioni di poveri e illusioni sempre più scollate dalla realtà: spero che questa rissa elettorale non sia l’atto finale”.

Il tradizionale ritornello “sono tutti eguali, fanno tutti schifo” applicato a Clinton, Obama e Trump è diventato dopo l’elezione del miliardario proto fascista alla Casa Bianca un motivo di soddisfazione per il predicatore pentastellato: “È pazzesco. Questa è la deflagrazione di un’epoca. È l’apocalisse dell’informazione, della Tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti. Questo è un VAFFANCULO generale. Trump ha fatto un VDay pazzesco – ha ululato Grillo – Pannocchia (Trump, ndr) ha mandato a fanculo tutti: massoni, grandi gruppi bancari, cinesi. Magari diventerà un moderato. Lo vedo già che dirà: “sì, l’ho detto, ma eravamo in campagna elettorale ecc”.

Nicola Morra, senatore del M5S, ha chiarito: “I dati sull’affluenza dicono che Trump è riuscito più di Hillary a tenere i cittadini dentro il perimetro della democrazia rappresentativa. Trump ha parlato a tantissimi che altrimenti avrebbero scelto di non votare: è esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 stelle e che ha stupito i più”.

Perimetro della democrazia rappresentativa?

Come è noto a poche ore dal voto che lo ha eletto Trump ha ribadito di voler espellere dagli Stati Uniti milioni di migranti messicani, di voler realizzare un muro ai confini col Messico di 3200 chilometri. Ma non solo, il tycoon newyorchese ha nominato Steve Bannon a capo del suo team strategico.

Bannon è un estremista di destra, editore di un sito internet reazionario Breitbart ed è stato più volte accusato dalla Anti-Defamation League (ADL) di antisemitismo. Inoltre, per chi indicava in Hillary Clinton una quinta colonna del potere finanziario, era un dirigente della Goldman Sachs.

Su questo personaggio l’Amministratore delegato della ADL, Jonathan Greenblatt, ha detto: “It is a sad day when a man who presided over the premier website of the ‘alt-right’ – a loose-knit group of white nationalists and unabashed antisemites and racists – is slated to be a senior staff member in the ‘people’s house’”.

“E’ un giorno triste quando un uomo che ha presieduto il primo sito web della ‘alt-right’ – un gruppo non centralizzato di nazionalisti bianchi e di imperturbabili antisemiti e razzisti – è indicato come membro anziano dello staff che guida la ‘casa dei cittadini’.

Insomma, a disegnare le future strategie del presidente americano ci sarà un esponente della estrema destra statunitense. Intanto i saluti più calorosi a Trump sono arrivati da Farage, Le Pen, Orban, Netanyahu.

Da sempre il Movimento 5 Stelle gioca sull’equivoco del ‘tutti eguali meno noi’ per pescare voti ovunque ed i suoi esponenti, anche quelli apparentemente più seri, non si esprimono mai in modo chiaro sui diritti civili, sull’eguaglianza, sull’antifascismo, sull’accoglienza ai migranti.

Se il M5S vuole proporsi come forza di governo dovrà sciogliere questo nodo. Perché è impensabile che a Palazzo Chigi possa sedere un presidente del Consiglio che simpatizza per forze razziste, omofobe, xenofobe e soprattutto che propaganda i valori della ‘supremazia bianca’.

Difficile supporre che Grillo possa capire. Sapranno farlo almeno gli altri?

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