Norma De Luca, libertà ed il futuro che non c’è

Alla Camera la Commissione bilancio ha varato un emendamento alla legge finanziaria che permetterà ai presidenti di Regione di fare i commissari alla sanità.

Insomma, i soldini per De Luca, quelli per la ‘frittura di pesce’, crescono, perchè lui nel suo regno potrà gestire direttamente il comparto sanitario in dissesto.

Come ha ricordato qualche giorno fa il governatore della Campania “abbiamo fatto una chiacchierata con Renzi. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì… Abbiamo promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi: 2 miliardi e 700 milioni per il Patto per la Campania, altri 308 per Napoli… Ancora 600 milioni per Napoli. Che dobbiamo chiedere di più?”.

Ed ha ragione il presidente della Campania, che si può chiedere di più? E perchè mai chi riceve ‘fiumi di soldi’ non dovrebbe essere riconoscente?

Questa è l’Italia prima berlusconiana e poi renziana, un luogo nel quale non circola una idea che sia una e neppure un soldo che sia uno, ma nel quale la politica si è trasformata in una ‘slot machine’ che dispensa denaro in cambio di consenso.

i ‘commentatori’ dei giornaloni e della tv lamentano una eccessiva asprezza dei toni della campagna elettorale sul referendum, ma stranamente nessuno dei valorosi giornalisti riesce a spiegare senza fare il tifo per l’Uno o per gli altri (pochi per gli altri) come stanno esattamente le cose.

Un esempio per il lettore, a costo di allontanarlo dalla lettura dell’articolo. Quello che segue è il testo di una parte dell’ Art. 39. (Disposizioni transitorie) del nuovo testo : “1. In sede di prima applicazione e sino alla data di entrata in vigore della legge di cui all’articolo 57, sesto comma, della Costituzione, come modificato dall’articolo 2 della presente legge costituzionale, per l’elezione del Senato della Repubblica, nei Consigli regionali e della Provincia autonoma di Trento, ogni consigliere può votare per una sola lista di candidati, formata da consiglieri e da sindaci dei rispettivi territori. Al fine dell’assegnazione dei seggi a ciascuna lista di candidati si divide il numero dei voti espressi per il numero dei seggi attribuiti e si ottiene il quoziente elettorale. Si divide poi per tale quoziente il numero dei voti espressi in favore di ciascuna lista di candidati. I seggi sono assegnati a ciascuna lista di candidati in numero pari ai quozienti interi ottenuti, secondo l’ordine di presentazione nella lista dei candidati medesimi, e i seggi residui sono assegnati alle liste che hanno conseguito i maggiori resti; a parità di resti, il seggio è assegnato alla lista che non ha ottenuto seggi o, in mancanza, a quella che ha ottenuto il numero minore di seggi. Per la lista che ha ottenuto il maggior numero di voti, può essere esercitata l’opzione per l’elezione del sindaco o, in alternativa, di un consigliere, nell’ambito dei seggi spettanti. In caso di cessazione di un senatore dalla carica di consigliere o di sindaco, è proclamato eletto rispettivamente il consigliere o sindaco primo tra i non eletti della stessa lista”.

Nel 1521 un teologo tedesco, Martin Lutero, si rese conto che i fedeli cattolici di lingua tedesca non capivano nulla della Bibbia perchè quasi nessuno sapeva il latino. Così decise di tradurre il ‘il libro sacro’. Dopo alcuni anni, nel 1534, la mastodontica fatica ebbe fine ed in sei volumi fu pubblicata ‘Biblia, das ist die ganze Heilige Schrifft Deutsch’, ovvero ‘Bibbia, questa è l’intera santa scrittura in tedesco’. Erano nati i protestanti.

Che c’entra Lutero con l’Italia? Uno dei punti fondanti del ‘protestantesimo’ era quello nel quale si sosteneva che per comprendere le Sacre Scritture non occorreva essere ‘informati’ dalla gerarchia ecclesiastica, ma che fosse sufficiente la grazia divina e una conoscenza completa ed esatta delle medesime. Da qui la ‘traduzione’.

C’è da ricordare che il Papa Leone X aveva scomunicato il teologo tedesco il 3 gennaio 1521 con l’accusa di eresia hussita. Insomma, la traduzione ebbe inizio proprio quando fu decretata la fine dell’appartenenza di Lutero alla Chiesa Cattolica Romana.

Capire il ‘libro dei libri’ o comprendere ‘la legge delle leggi’ è da secoli un modo per essere liberi. Ed essere liberi permette di coltivare, curare, amare le idee. Quando invece liberi non si è l’unica cosa che conta sono le ‘ricompense’, come ben sanno i proprietari di animali domestici.

Il Vaticano solo nel 1943, con Papa Pio XII, sostenne l’importanza della traduzione della Bibbia in lingue nazionali.

Questa dunque è l’Italia del presente. Un luogo nel quale i cittadini osservano le liti furibonde dei loro rappresentanti, ma non capiscono o sanno nulla per davvero dei motivi che scatenano la rissa. E quel piccolo estratto di Art. 39 è una rappresentazione impietosa di questo dramma.

Abbiamo oggi un Papa Leone X, seduto a Palazzo Chigi con la sua ‘curia’, ma nessun Lutero che tenta di tradurre nella ‘lingua del popolo’ la ‘legge delle leggi’.

I cittadini che non sanno, conoscono, comprendono non solo liberi. Mai. E neppure hanno un futuro.

Ps. L’Art. 57 della ‘vecchia Costituzione’, quella in ‘rottamazione’, recita in modo chiaro: “Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno. La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti”.

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