Il giornalismo italiano è in macerie

Ogni giorno le informazioni che vengono date dai media agli italiani sono spesso raffazzonate, non di rado imprecise e, peggio, con una certa frequenza false.

Gli errori, le sviste e le bufale non si limitano alla sola cronaca di politica interna. Si legge di tutto in esteri, in cronaca nera, persino nelle rubriche di cucina.

Alcuni potrebbero supporre che si tratta di ‘opinioni a confronto’, ma non è così. Si è lanciato l’allarme ‘meningite’ che non c’era o da tempo si offre spazio a dementi che collegano le vaccinazioni con l’autismo, si sono sbattuti ‘mostri in prima pagina’ ritenendoli colpevoli di terribili reati per scoprirli dopo innocenti. Per non parlare delle ‘informazioni sensibili’. In Siria si tace sul fatto che alcune milizie islamiste sono sostenute da Stati Uniti e Regno Unito, in Libia si dimentica che il caos attuale è stato prodotto da un dissennato intervento occidentale, sulla questione profughi-migranti e sul dilagante razzismo italiano pur di vendere o di conquistare ascolti non si denunciano le vere proprie sciocchezze sostenute dai propugnatori dell’apartheid.

Ieri il caso ‘Di Maio’ ha permesso di vedere ad occhio nudo lo stato delle cose. Tre quotidiani importanti hanno pubblicato, ‘adattandolo’, il pezzo di una corrispondenza personale del parlamentare del M5S per dimostrarne la tendenza a mentire, ma lo hanno fatto ‘tagliando’ un’altra parte del testo nel quale il pentastellato in realtà diceva l’esatto contrario di quello che gli veniva attribuito.

Oggi in un dibattito televisivo una giornalista del ‘manifesto’, Daniela Preziosi, ha sostenuto che i giornalisti “pubblicano quello che hanno”, mentre in realtà il compito del reporter è quello di rendere noto solo quello che è stato verificato con grande accuratezza.

Poi ci sono notizie che scompaiono, che non trovano spazio sui giornali o in tv perchè non gradite. Si va dai processi ad alcuni politici alle notizie di politica estera che riguardano guerre dimenticate o tragedie in atto.

Un esempio? Quanti sanno che il Kenya ‘di Malindi’ nel quale Briatore invita i suoi amici per splendide vacanze sulla barriera corallina è in una situazione drammatica perchè quel Paese è colpito da una siccità violentissima che sta devastando 23 delle 47 contee del Paese. E che l’emergenza riguarda anche altri Paesi dell’area, visto che secondo la Croce Rossa internazionale sono infatti 11 milioni le persone che in Kenya, Somalia ed Etiopia hanno bisogno immediato di aiuti a causa della mancanza di acqua?

Un popolo libero è prima di tutto un popolo informato. Una delle questioni primarie di questo Paese è non nella ‘libertà di stampa’, ma nella ‘capacità professionale dei giornalisti’.

E le cose peggiorano di giorno in giorno, con l’aumento dei precari nei media. Ragazzi non solo mal pagati, ma soprattutto non formati per svolgere al meglio un compito di importanza vitale per la vita della democrazia.

I ‘social media’ poi sono la causa finale di inquinamento, perchè essendo privi di qualunque controllo si sono trasformati in un colossale ‘bar dello sport’, nel quale non ci si limita ad affermare tutto ed il contrario di tutto, ma si alimentano discussioni di massa sul nulla.

E’ necessario che in Italia di affronti al più  presto il problema del collasso dell’informazione. Prima che la circolazione indiscriminata di fesserie contribuisca alla crisi totale del Paese.

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