Per Renzi se non hai lavoro è meglio che ti arrangi
Il ‘rottamatore’ fa sfoggio di liberismo e definisce il reddito di cittadinanza contrario all’art. 1 della Costituzione.
Ha detto il sindaco di Firenze: “Il reddito di cittadinanza, che qualcuno confonde con il reddito minimo garantito, è la negazione dell’articolo 1 della Costituzione”.
Di lusso il luogo dell’esternazione, l’Assemblea nazionale della Compagnia delle opere, associazione di tipo imprenditoriale vicina a Comunione e Liberazione.
Secondo Renzi “il reddito minimo garantito è una cosa seria, c’è in tutta Europa, ma il reddito di cittadinanza è basato sull’idea che non lavori e ti do un sussidio. Le imprese non chiedono allo Stato sussidi, ma libertà in cambio di responsabilità”.
Per il ‘rottamatore’, insomma, si ha diritto ai minimi salariali (regolarmente imposti dai contratti collettivi che qualcuno vorrebbe abolire), ma non si da diritto a nulla se si è disoccupati. Considerazione inedita a sinistra, ma da secoli largamente sostenuta da larghissimi settori della destra.
Per il sindaco di Firenze in questo momento “la priorità è il lavoro”, ma “viviamo in un tempo in cui il lavoro sembra essere considerato un problema: e quando il lavoro non c’è, accade che le forze politiche trovino soluzioni dettate dalla volontà di andare incontro alle esigenze degli altri, ma che sono la negazione del lavoro”.
Renzi ha spiegato che secondo lui “oggi quando si parla di lavoro si parla solo di modalità di assunzione e di licenziamento. Il dibattito in campagna elettorale sul lavoro, anche nella mia parte politica, è stato sulla libertà o meno di licenziare, sull’articolo 18. E’ una follia. E’ inutile discutere di regole del gioco se intorno ho un sistema che mi blocca”.
Anche in questo caso le considerazioni del ‘rottamatore’ sono perfettamente il linea con il pensiero prevalente di non poche forze conservatrici, ma non coincidenti con le strategie di alcuna forza progressista nè italiana nè europea.
Giusto per essere pignoli.