Confcommercio: le imprese italiane sono sfiduciate
La crisi continua a mordere e l’associazione dei commercianti prevede un peggioramento della situazione.
Secondo un’indagine realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research nel nostro Paese prevale la sfiducia tra le imprese su una possibile ripresa.
Lo studio ha riscontrato come il 42 per cento degli intervistati ritiene che il 2013 sarà ancor peggiore dell’anno scorso. Il 52 per cento pensa che le cose andranno più o meno nello stesso modo, ossia “non bene”, e solo il 6 per cento ha la percezione che in qualche modo la nostra economia migliorerà.
L’indagine ha evidenziato anche che lo scarso clima di fiducia degli imprenditori riguarda sia la situazione della propria impresa, ed è la prima volta che accade, che la situazione economica della propria famiglia.
Solo per il 12 per cento degli imprenditori quest’anno l’andamento della propria impresa migliorerà rispetto al 2012. Il 60 per cento ritiene, invece, che la propria impresa andrà come nel 2012 e circa il 28 che andrà peggio.
Tra le principali emergenze che il nuovo governo dovrebbe affrontare nei primi 100 giorni, sottolineano gli imprenditori, c’è il rilancio dello sviluppo economico del Paese.
Ciò significa una riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro (per il 90,5 per cento degli imprenditori), riduzione della pressione fiscale sulle famiglie (80,1 per cento), politiche in favore dell’occupazione (72,1 per cento).
Per l’80 per cento delle imprese la strada per fronteggiare le emergenze del Paese passa necessariamente dal taglio dei costi della Pubblica amministrazione e della politica (riduzione del numero dei parlamentari, abolizione dei rimborsi elettorali, abolizione delle province, riduzioni delle pensioni d’oro).