Nuova sconfitta della linea anti Cgil di Marchionne
La Fiom-Cgil ha battuto per l’ennesima volta il Capo della Fiat che non poco si è speso per limitare la manovra del sindacato più critico nei confronti della strategia industriale del vertice aziendale.
Fiat è stata condannata ad interrompere la decurtazione di 250, 300 euro sullo stipendio degli iscritti al sindacato guidato da Landini.
Ha spiegato il segretario regionale della Fiom, Giuseppe Tarantino: “Siamo ovviamente soddisfatti per questa sentenza, che conferma ancora il comportamento antisindacale dell’azienda. Tutto nasce dalla causa per l’ex articolo 28 vinta il 23 aprile scorso. Agli iscritti Fiom veniva applicato il contratto nazionale 2008, l’azienda ha di fatto strumentalizzato questa sentenza, facendo poi ricadere la colpa sulla giustizia. La Fiat ha applicato delle decurtazioni togliendo integrazioni salariali, con i minimi tabellari”.
Una volta annunciate le decurtazioni gli operai Fiat non hanno mostrato di essere dei ‘Cuor di leone’ e dalla Fiom c’è stata una vera e propria fuga di massa: “Nel giro di dieci giorni siamo passati da oltre 200 iscritti a 25. Proprio a proposito di questi ultimi, il 21 novembre è la data fissata per la loro causa, perché abbiamo fatto anche quella individuale”.
La Fiat, ha concluso Tarantino, “deve capire che dopo Pomigliano, dopo Termoli, deve fare industria dell’auto, non pensare solo a scontrarsi con una organizzazione sindacale che cerca di tutelare i lavoratori”.
La vicenda, tuttavia, lascia sul campo vittime di tutti e due gli schieramenti. Perde Marchionne, ma anche il sindacato, che mostra di avere iscritti poco disposti a sacrificarsi per difendere le proprie idee.