Contro l’omofobia. In tutta Europa
Per il quarto anno si è celebrata ieri la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, promossa dal 2007 ogni 17 maggio dall’Unione europea: tante iniziative di sensibilizzazione contro l’intolleranza verso ogni orientamento sessuale.
In realtà l’idea di ‘celebrare’ questa Giornata è nata due anni prima, quando Louis-George Tin, docente dell’Ecole de Hautes Etudes en Science Sociales di Parigi, autore nel 2003 di un “Dizionario dell’omofobia” organizzò in Francia nel 2005 la prima kermesse impegnata per accendere i riflettori contro una forma particolarmente odiosa di degrado sociale. E lo fece proprio a quindici anni dal giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità rimosse l’omosessualità dalla sua lista delle malattie mentali. Due anni dopo, ed eccoci nel 2007, arrivò il riconoscimento del Parlamento di Strasburgo.
L’anno scorso la campagna si concentrò sul tema della transfobia, mentre quest’anno l’obiettivo della giornata è stato quello di chiedere ai leader religiosi di dichiarare pubblicamente la propria opinione sulla violenza perpetrata nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
In Italia si sono svolte manifestazioni in moltissime città, mentre alla Camera si è svolta un’iniziativa alla presenza del Presidente Gianfranco Fini e del ministro delle Pari Opportunità Carfagna. Il Pd ha concentrato invece la sua attenzione sulla richiesta di una “rapida approvazione della legge contro l’omofobia”, come ha spiegato il suo segretario, Pier Luigi Bersani.
“In un Paese dalla grande tradizione democratica come l’Italia – ha aggiunto Bersani – nessuna forma di odio e di discriminazione può avere cittadinanza. La discriminazione delle persone in base al loro orientamento sessuale è particolarmente odiosa. In tutti i settori della società le persone omosessuali contribuiscono al pari degli altri ed è ovvio che debbano avere le stesse opportunità, gli stessi diritti e gli stessi doveri, il medesimo rispetto e devono essere messe nella condizione di poter condurre la loro vita come tutti gli altri”.
Da qui il “chiaro no alla violenza a alle discriminazioni e supporta la manifestazione Europride che quest’anno si svolgerà proprio in Italia. Non possiamo più limitarci alle parole di condanna per combattere l’odio che in alcune occasioni recenti si è manifestato in maniera davvero allarmante”.
Significativa la presa di posizione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Voglio esprimere la mia preoccupazione – ha affermato – per il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili nei confronti di persone con orientamenti sessuali diversi. Inammissibili episodi di impudente aggressività e intolleranza si verificano con frequenza preoccupante”. Dal Colle è dunque giunto l’invito a “non ignorare l’invito del Parlamento europeo a trovare misure efficaci per abbattere anche questo tipo di discriminazioni”.
Se si vuole contrastare l’omofobia, inoltre, “non bisogna sottovalutare il rischio che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignità delle persone, contribuisca a nutrire il terreno su cui l’omofobia si radica”, ha puntualizzato significativamente Napolitano. “L’ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali – ha concluso – è inammissibile in società democratiche adulte”.
Per la lotta all’omofobia è necessaria una “convergenza delle forze democratiche” anche a livello parlamentare, aveva invece osservato a Montecitorio Gianfranco Fini, in vista – appunto – dell’approvazione di una legge ad hoc “che arriverà in aula alla Camera la prossima settimana”.