Libia, ucciso Nabbous, volto del ‘citizen Journalism’
E’ morto a Bengasi Mohammad Nabbous, il cronista più noto del cosiddetto ‘citizen journalism’, il giornalismo partecipativo che anche InviatoSpeciale cerca, nel suo piccolo, di diffondere e far conoscere.
Nabbous è stato ucciso tre giorni fa “apparentemente – ha riportato l’agenzia Ansa da fonti londinesi – da forze pro-Gheddafi”. Nabbous, soprannominato ‘Mò’, aveva fondato ‘Libya al-Hurra’ Tv, una stazione televisiva indipendente su internet e trasmetteva immagini e commenti dalla città libica in mano ai ribelli.
La morte di Nabbous fa seguito all’agguato contro il cameraman di al Jazira Ali Hassan al Jaber, deceduto in una imboscata fuori Bengasi, all’inizio della settimana scorsa. In febbraio, nella prima trasmissione in diretta dopo l’inizio della rivolta, ‘Mò’ aveva affermato di “non aver paura di morire, ma paura di perdere la battaglia”.
Negli ultimi giorni e nelle ultime ore della sua vita, ha riferito ancora l’Ansa, “Nabbous aveva continuato a trasmettere in video e a fornire informazioni sul bombardamento della centrale elettrica di Bengasi il 17 marzo, i missili lanciati dalle forze pro-Gheddafi dalla vicina città di Sultan il 18 marzo, gli ulteriori attacchi della mattina di oggi”.
Il giornalista aveva inoltre raccontato “della morte di due bambini di 4 mesi e 5 anni, uccisi da un missile mentre dormivano nella loro camera da letto: ‘Cosa sarebbe successo se fosse stata la nostra casa, se fosse stata la nostra camera da letto’, aveva commentato il cronista in uno degli ultimi collegamenti”.
La morte di Nabbous è stata annunciata dalla moglie sulla sua tv: secondo la donna, il giornalista sarebbe stato colpito alla testa da cecchini fedeli al dittatore in Libia: “Voglio far sapere a tutti voi che Muhammed è morto per questa causa e speriamo che la Libia diventerà libera”, ha detto tra le lacrime. “Ho bisogno – ha aggiunto – che ognuno faccia tutto quello che può per questa causa. Per favore fate continuare questo canale e mobilitare le vostre autorità. Ci stanno ancora bombardando, stanno ancora sparando e molte persone moriranno. Non lasciate che ciò che ‘Mò’ iniziato finisca in niente, gente, fate sì che ne valga la pena”.