Pastori in lotta
Ieri i rappresentanti degli allevatori si sono riuniti a Roma per protestare contro la crisi del settore e per chiedere interventi seri al governo.
I pastori italiani sbandieravano striscioni e cartelli ieri in via XX Settembre a Roma: “Allevamenti ko. Il prezzo non è giusto”, “Il fiore sardo non è degli industriali”, “Lo scandalo: l’Italia finanzia il finto pecorino romano made in Romania”, “Gli industriali sono come i lupi: strangolano le pecore”.
La mobilitazione puntava a sensibilizzare l’opinione pubblica sul gravissimo stato di crisi in cui versa il settore della pastorizia e quasi completamente ignorato dai media.
Davanti al Ministero delle Politiche agricole era stato costruito un piccolo recinto nel quale c’erano una pecora ed un agnellino.
Tra i controsensi rilevati dai manifestanti quello del pecorino romano, fatto però in Romania e finanziato in parte dall’Italia, mentre quello nazionale rimane invenduto, con un eccesso di produzione che raggiunge i 30 milioni di euro.
Stefano Sanna, allevatore del sassarese e proprietario di 330 ovini ha detto: “Non ce la possiamo più fare con un prezzo di costo pagato dall’industria tra 0,70 e 0,90 centesimi al litro”, mentre Claudio Celletti, allevatore di Aprilia ha aggiunto: “Siamo allo stremo perchè oggi, a me personalmente, produrre un litro di latte mi costa, tutto compreso, 0,90 centesimi al litro”.
La Cia-Confederazione italiana agricoltori in un documento ha chiesto l’immediata dichiarazione dello stato di crisi, il varo di un apposito Piano di settore, la costituzione di un Tavolo nazionale permanente presso il ministero delle Politiche agricole, il blocco del pagamento dei mutui, oneri sociali e previdenziali per un periodo sufficiente alla ripresa delle attività produttive.
Un altro settore in crisi, dunque, ma sul quale incombe un silenzio quasi assoluto.
[...] pastori, da ieri si può sentire la parola pecora nel radiogiornale, insieme di altre parole dei presidenti [...]