Edilizia, tagli alle risorse. Protesta Cgil
“Il governo impedisce l’avvio delle piccole opere”
Rilancio del settore all’insegna della qualità, della regolarità e della legalità: su questo avevano puntato imprenditori del settore e sindacati nell’impostazione del sistema delle relazioni industriali, e lo si evince dal rinnovo del contratto ed il sistema bilaterale.
Chi è mancato e manca ancora, secondo la categoria degli edili Cgil, “è il governo, la cui azione continua ad andare nella direzione opposta”.
Ne sarebbe conferma la recente manovra correttiva: “Non solo l’esecutivo non ci mette una lira – attacca il segretario Fillea Walter Schiavella – ma, blindando la manovra con il voto di fiducia, toglie 15 miliardi ai flussi di cassa di regioni ed enti locali, rendendo ancor più stretti i vincoli del patto di stabilità ed impedendo l’avvio delle piccole opere”.
Mentre il governo parla di lotta all’irregolarità “al contrario con la semplificazione amministrativa riduce di fatto l’applicazione del Durc (il Documento unico di regolarità contributiva, ndr) sui lavori privati, e con il nuovo regolamento sugli appalti non affronta in modo adeguato temi come la responsabilità in solido dell’appaltante ed il subappalto a catena”.
Inoltre, proponendo la modifica dell’articolo 41 della Costituzione “tiene fermo un testo unificato sulla qualificazione d’impresa di cui proprio le associazioni datoriali, insieme al sindacato, da mesi chiede di accelerarne l’iter”. Anche sul terreno degli ammortizzatori sociali “solo oggi, dopo un anno – conclude Schiavella – riceviamo un primo cenno di riscontro, utile e positivo ma che al momento non sappiamo ancora se sarà sufficiente a rispondere concretamente ai problemi”.