Critiche incrociate a ronde e castrazione
La segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, ha dichiarato: “Le ronde non sono la risposta alla richiesta di sicurezza da parte dei cittadini quando contemporaneamente il governo taglia i fondi alle Forze dell’Ordine”. Ed anche da destra si dissente.
Sull’ipotesi di un provvedimento che il governo dovrebbe approvare nel prossimo Consiglio dei ministri, per anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, la dirigente sindacale ha aggiunto: “Il governo continua a rispondere con provvedimenti annuncio e di propaganda con il solo obiettivo di fare l’occhiolino alla Lega, come è l’idea delle ronde. Questa misura, infatti, non è soltanto inutile, rischiosa per i cittadini e di intralcio con il lavoro stesso delle forze dell’ordine, ma sottintende un’idea privatistica della sicurezza”.
Lamonica, parlando della polizia, ha spiegato che le forse dell’ordine “non hanno più risorse per mettere in strada le auto, per effetto dei tagli operati da questo governo, pari a 1 miliardo. Tagli che produrranno anche una sensibile riduzione degli organici nella misura di 6.800 poliziotti da qui al 2012″.
“Sarebbe ora di avere una vera politica per la sicurezza – ha insistito la rappresentante della Cgil – che venga declinata con risorse adeguate per le forze dell’ordine e che rilanci misure come la polizia di prossimità, che comprende anche il poliziotto di quartiere e che sarebbe uno strumento di protezione, di visibile sicurezza e di più stretto rapporto con i cittadini. E non misure che, non solo non colpiscono e non prevengono, ma usano fatti di così straordinario allarme sociale come gli stupri per inserire elementi che potrebbero creare un pericoloso clima sociale con l’abbassamento dei diritti di tutti”.
Sempre in tema di ‘emergenze’ il periodico online della Fondazione Farefuturo, Ffwebmagazine, prende le distanze dalla ipotesi di castrazione chimica e dalle ‘ronde ‘padane’. Di orientamento di destra, Farefuturo è presieduta dal presidente della Camera, Gianfranco Fini.
“La peggiore politica – scrive in un corsivo Filippo Rossi – è quella che crede di poter decidere razionalmente sotto la spinta dell’emozione popolare. Come se lo stato d’emergenza fosse la condizione necessaria e sufficiente per riuscire a imboccare la strada giusta. La peggiore politica è quella che, sotto la spinta della rabbia, ne approfitta per lanciare slogan utili solo a un’eterna (e dannosa) propaganda elettorale. La peggiore politica è quella che, con la scusa della paura, gioca a spararla più grossa, senza nemmeno cercare di fare un respiro profondo, senza nemmeno contare fino a dieci. E’ il vizio dell’urlo e del comizio al posto dell’approfondimento e dell’analisi. Inutile fantasticare: la decisione senza confronto, senza approfondimento, non sarà, mai, una buona decisione politica. L’effetto annuncio prende così il sopravvento su quello della reale efficacia delle misure proposte”.
La denuncia della politica dell’annuncio, molto cara al governo Berlusconi, non è tenera e Rossi insiste: “A nessuno sembra importare del rischio che l’attività di ronda si possa trasformare in una caccia al presunto delinquente, magari in base a un affrettato identikit. Del rischio che le ronde possano diventare spedizioni punitive contro qualcuno, immigrato o italiano che sia. Pensare prima di decidere: questo è il compito di una politica che voglia fare veramente il suo mestiere. Anche e soprattutto quando il Paese vive una sensazione, reale o presunta, genuina o indotta, di emergenza. Per non rischiare, nella notte della paura e dell’irrazionalità, di ululare inutilmente alla luna”.