Berlusconi apre la crisi istituzionale
Come si prevedeva il governo Berlusconi ha inflitto l’ennesimo colpo ai diritti civili ed alla democrazia. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto sulla vicenda Englaro che di fatto annulla il ruolo e l’indipendenza della magistratura, rompendo la divisione dei poteri che è alla base dello stato democratico.
Dopo l’approvazione del decreto Englaro, il Cavaliere ha detto: “Eluana è una persona viva, respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire”. Poi in un crescendo di insensibilità istituzionale ha aggiunto: “Con la sua lettera si introduce una innovazione: il capo dello Stato in corso d’opera del Cdm, può intervenire anticipando la decisione del Cdm sulla necessità e urgenza di un provvedimento: per questo abbiamo deciso all’unanimità di affermare con forza che il giudizio sulla necessità e l’urgenza è assegnato alla responsabilità del Governo”.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano “ha preso atto con rammarico della deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto-legge relativo al caso Englaro. Avendo verificato che il testo approvato non supera le obiezioni di incostituzionalità da lui tempestivamente rappresentate e motivate, il Presidente ritiene di non poter procedere alla emanazione del decreto”.
Considerando il Parlamento al suo servizio Berlusconi ha sostenuto di voler convocare “immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas ed approvare in pochissimo tempo, due o tre giorni, una legge che anticipasse quella legge che è già nell’iter legislativo, e cioè quella che contiene questa norma”.
Negli ultimi mesi i segnali di una deriva antidemocratica erano evidenti, ma negli ultimi dieci giorni l’esecutivo di centro-destra ha imboccato una strada che non permette di supporre ripensamenti. Che Berlusconi pensi ad una Italia Spa, di cui si sente amministratore unico è chiaro, ma lascia stupidi il cambio di passo, l’accellerazione degli utlimi giorni.
La situazione del Paese a questo punto è critica, anche perchè l’incapacità del Partito democratico e di Veltroni in particolare a dare un segnale di ‘resistenza’ a tutela delle istituzini repubblicane consente una ampiezza di manovra al centro-destra del tutto anomala nella storia nazionale.
Ora il punto non è più il caso Englaro. Lo strappo è stato compiuto e non sarà possible far finta di nulla.
L’espulsione dal Parlamento di qualunque forza dichiaratamente laica, della sinistra, del centro e della destra liberale rendono milioni di cttadini non rappresentati, separando di fatto l’istituzione dal corpo elettorale.
I danni del bipolarismo, la scelta dissenata di Veltroni alle ultime elezioni, lo spazio che si è dato al governo fino ad oggi per muoversi senza comprendere che nel Paese esisteva un blocco di opposizione in grado di reagire sono errori che dovrebbero indurre immediatamente le forze democratiche a manifestare l’intento di preservare Costituzione e stato di diritto.
Il segretario del Pd, che solo qualche giorno fa si era complimentato con Elio Vito, coordinatore di Forza Italia dopo il voto congiunto Pd-Pdl che aveva imposto lo sbarramento alle europee ha detto: “Credo che il presidente del Consiglio voglia deliberatamente creare un incidente istituzionale”. ”Io credo che in questa vicenda -aggiunge- il merito c’entri poco ma che si tratti di un’intenzione politica. Nonostante il capo dello Stato abbia più volte fatto sapere di essere contrario all’intervento, il premier ha voluto approvare lo stesso il decreto, facendo poi proclami irresponsabili e molto gravi. Esprimo a Napolitano tutta la mia solidarietà. Per fortuna c’è chi, come il capo dello Stato, garantisce il rispetto della Costituzione e delle istituzioni, mentre c’è chi vuole farle saltare”. Quello di Berlusconi è ”un comportamento totalmente irresponsabile. Non si vedeva una cosa del genere dai tempi del dopoguerra e io ho il dovere di dirlo perchà è grave ed è tanto piu’ irresponsabile, visto il momento di crisi che il Paese vive. Invece si vuole creare un conflitto istituzionale, io ritengo per un interesse politico. Cio’ deve essere respinto da tutte le forze democratiche e anche da quelle della maggioranza. Oggi -conclude Veltroni- è un momento molto grave che non ha precedenti nella storia recente”.
Il segretario del Pd non si rende ancora conto che la politica del suo partito ha di fatto consentito l’episodio di oggi e, tantomeno, comprende di essere a capo di una formazione politica non più in grado di mobilitarsi unitariamente, perchè in balia di scontri interni sempre più duri. Anche il fronte sindacale è rotto, così da non poter fronteggiare non solo le tematice specifiche del mondo del lavoro, ma la salvaguardia delle istituzioni democratiche.
Le prossime ore permetteranno di capire dove questo pericolossissimo gioco di potere porterà il Paese, ma non c’è da aspettarsi sonni sereni.