Veltroni: chiudere un gruppo di Facebook
Sebbene sia del tutto inaccettabile, alcuni internauti hanno aperto sul social network “fan degli stupri di gruppo”. Il segretario del Pd è indignato e ne vuole la soppressione. Alfabetizzare i politici è impresa disperata? Un importante quotidiano informatico riporta la notizia che il segretario del PD Valter Veltroni ha chiesto la chiusura di un gruppo di discussione di Facebook che pare inneggi agli stupri di gruppo. Mah!, la mamma dei cretini è sempre incinta.
Cerchiamo di essere ottimisti e supponiamo che Veltroni riferisca un’esperienza personale, quella di aver trovato, ovviamente in maniera involontaria, materiale disgustono, osceno o delirante mentre navigava in Rete.
Segretario, è andata proprio cosi’? Caspiteronzola! Che evento sensazionale!
Bene caro segretario, si tranquillizzi, succede di frequente, è successo a tutti i navigatori ed è il necessario contraltare all’esistenza della Rete come risorsa di comunicazione, di espressione, di crescita per tutti e di cultura. Non esiste nessun modo di limitare questi, peraltro limitatissimi, effetti negativi senza distruggere contemporaneamente tutti i valori positivi della Rete.
Non se la prenda, caro segretario, questo articolo è dedicato a Lei, non perchè la sua situazione sia diversa da quella di qualsiasi altro politico italiano. Confidiamo anzi che quanto a conoscenza delle questioni della Rete lei sia sopra la media, peraltro in Italia molto, molto bassa.
Confidiamo che questa sua infelice esternazione non sia un tentativo di cavalcare le paure dei cittadini, ma piuttosto un infortunio di comunicazione. In passato si ricorda un suo analogo intervento sulla castrazione chimica dei violentatori, effettuato in diretta televisiva.
Segretario, ormai anche la casalinga di Voghera si è abituata a queste esternazioni e non se ne lascia più impressionare. Se questo fosse stato lo scopo è meglio lasciar perdere, ha rimediato la totale passività da parte della famosa signora lombarda.
Nel caso invece il suggerimento sia venuto dopo il consiglio di qualche suo collaboratore è meglio per lei rimuovere senz’altro l’autore della trovata.
Infine, se questa esternazione fosse realmente il prodotto di una sua personale e sincera indignazione, ci sono ben due cose utili che potrebbe fare.
In primis, legga qualche testo classico sulla rete, possiamo consigliarle il “Manifesto” di The Mentor e “Il futuro delle Idee” di Lawrence Lessig.
In secundis faccia, con una debita scorta, una passeggiata al porto di Genova, al Centro direzionale di Napoli o a Milano, dalle parti di Quarto Oggiaro, dopo le 10 di sera. Lì troverà cose molto più preoccupanti per la casalinga di Voghera e per noi, la cui eventuale rimozione le varrà una vera e utile (per lei) pubblicità.
Marco Calamari