Il sottosegretario contro Marco Masini
Il cantautore dovrebbe portare a Sanremo una canzone molto critica sullo stato del nostro Paese. All’esponente del governo la cosa non è piaciuta, perchè l’Italia è felice e non se ne deve parlar male.
L’istinto censorio del governo è insopprimibile. Questa volta nelle ire degli uomini del Presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, è finito Marco Masini, il cantante.
Francesco Giro, sottosegretario ai beni e alle attività culturali, si è scagliato conto il brano che l’artista dovrebbe presentare a Sanremo.
Nei giorni scorsi erano circolate alcune indiscrezioni sul testo. Secondo le voci le parole sarebbero: “E’ un Paese l’Italia che c’ha rotto i coglioni” e ancora “E’ un Paese l’Italia dove tutto va male lo diceva mio nonno che era meridionale lo pensavano in tanti comunisti presunti”. Critiche durissime alla politica e alla cronaca, alla qualità della vita nazionale.
Il cantautore toscano ha commentato la sua canzone: “Credo d’aver sempre scritto quello che vivevo nel momento in cui lo scrivevo. Non voglio assolutamente sostituirmi ai cantautori storici, anche perché ci tengo a dirlo, sono un ignorante, ho fatto il conservatorio, però vedo succedere certe cose e mi viene voglia di denunciarle”.
Poi, sulle possibili conseguenze Masini aveva aggiunto: “E le reazioni di chi ascolterà il brano? Il pezzo lo canto perché sembra che sfogandomi do il meglio di me. Non è questo che deve fare l’artista? L’artista si sfoga. O no?”.
Per i sottosegretario Giro dell’italia felice non è così. Per questo è subito intervenuto domandandosi ”come sia possibile che un festival finanziato dalla Tv pubblica possa ospitare simili indecenze, costruite a tavolino al solo scopo di farsi pubblicità, in questo caso sulla pelle dell’Italia, della sua immagine e di quella degli italiani”.
Nella proposta per Sanremo il cantante protesta anche contro “partiti con le mani bucate, rampolli dell’alta borghesia che stuprano fanciulle inermi, preti che chiedono voti anche a Dio”.
Secondo Giro, si tratta di ”un bell’ esempio di prepotenza e supponenza. Personalmente – ha detto il sottosegretario – ritengo non si possa permettere un simile scempio. Sarebbe incredibile in altri paesi come la Francia o la vicinissima Spagna scelte di questo tipo dove si consente di esporre al pubblico ludibrio il proprio Paese e di gettare discredito sulla sua immagine con argomenti, tecniche e forme che non sono artistiche ma solo frutto della volgarità, dell’ignoranza e del fallimento di chi le mette in pratica”.
A prescindere che difficilmente si può immaginare un esponente di governo francese o spagnolo (e perchè non inglese, danese o tedesco?) intervenire sul testo di una ‘canzonetta’, Giro non sale su un autobus da molto tempo, non va al mercato, non entra in un bar. Perchè frasi del genere sono l’edulcorato riassunto del malessere nel quale vivono i cittadini italiani e frasi del genere si ascoltano abitualmente in molti luoghi pubblici.
Per il sottosegretario però ”a tutto c’è un limite e mi domando come sia stato possibile accettare nelle selezioni un testo così brutto, imbecille e superficiale di Masini, che dimostra di avere dell’Italia una visione irrealistica forse legata alla Tv e non alla vita”.
Una tv, sottolinea Giro, dove ”non c’è appunto l’Italia vera, fatta soprattutto di modelli positivi dal mondo dell’impresa, del lavoro, della societa”’.
Il sottosegretario Giro, senza rendersene conto, guarda molta più televisione di quanto possa immaginare, perchè il Paese felice è più nella scatola catodica che per le strade.
oggi, leggendo questa storia su Masini, mi sento preso un po in Giro…chissà perchè!
ma lo dobbiamo capire tutti, la canzone che si può cantare oggi è: Margherita di Cocciante, basta cambiare Italia con Margherita e poi via! con due secchi di vernice, coloriamo tutti i muri…strade, vicoli e palazzi! perchè Marg..pardon! ..l’Italia è bella, perchè l’Italia è…loro! lalàlalàlalà
provate a cantarla, viene bene…
“Il sottosegretario Giro, senza rendersene conto, guarda molta più televisione di quanto possa immaginare, perchè il Paese felice è più nella scatola catodica che per le strade.” Daccordissimo con lei Direttore, propongo all’esimio disinformato sottosegretario di fare una cura ricostituente (la realtà), iniziando con una settimana sulla metro negli orari di punta, poi sugli autobus, sui trenini di superficie, al mercato rionale (tutti!), per finire alle code nelle banche e nelle circoscrizioni (mi fermo, anche se vorrei tanto mandarlo a Via dei Normanni!!! Chi c’è stato SA…).
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