Il Paese felice di Berlusconi è in agonia
I dati Istat diffusi ieri confermano le previsioni più allarmistiche: in un anno la produzione industriale è calata di quasi il 10%. Ma il peggio, secondo molti esperti, deve ancora arrivare.
Altro che social card. La discussione sulla reale efficacia delle misure previste dal governo nel suo piano anticrisi è già superata dai fatti. L’Italia è formalmente in “recessione tecnica”, anche se molti esperti sono concordi nel dire che il peggio deve ancora arrivare.
La valutazione si basa sui dati Istat sulla produzione industriale diffusi ieri. Ma, prima di lasciar parlare i numeri, vale la pena soffermarsi qualche attimo sull’ulteriore pessimismo degli economisti, che ha il sapore della beffa più atroce. Non è ben chiaro, infatti, a quale “peggio” possano riferirsi tantissimi cittadini, come ad esempio coloro che da tempo non arrivano sani e salvi alla quarta settimana del mese.
Anche se, a ben pensarci, qualche manager nei giorni scorsi ha lasciato intendere che cosa potrebbe capitare da qui a pochi mesi.
Ad esempio, l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha spiegato chiaramente come coniugare la parola “crisi” nel mercato dell’Auto: tutte le aziende del ramo, ha spiegato due giorni fa l’AD Fiat, che non saranno in grado di produrre almeno 5,5 milioni di automobili in un anno saranno costrette ad avviare ristrutturazioni durissime. Saranno dunque fischiate le orecchie alle migliaia di tute blu licenziate a partire dal drammatico autunno 1980.
Passando ai dati, ad ottobre la produzione industriale ha segnato un calo del 6,9% su base annua e dell’1,2% rispetto a settembre 2008. L’Istat ha aggiunto che anche l’indice corretto per i giorni lavorativi ha riportato una diminuzione tendenziale del 6,9%.
Si tratta del sesto calo consecutivo. In particolare, nei primi dieci mesi dell’anno, la produzione ha segnato una discesa del 2,9% rispetto allo stesso periodo 2007.
Considerando l’indice corretto, invece, la diminuzione annua del 6,9% rappresenta il dato peggiore dal dicembre 1996 (-7,4%), mentre lo stesso calo (-6,9%) si è registrato anche a dicembre 2001.
Rispetto a ottobre 2007, l’indice della produzione industriale corretto per i giorni lavorativi registra variazioni negative in tutti i raggruppamenti: -9,3% per i beni intermedi, -8,5% per i beni strumentali, -4,5% per i beni di consumo (-6,3% i beni durevoli, -3,9% i beni non durevoli) e -3,2% per l’energia.
Peggio di tutti sono andati i settori dei mezzi di trasporto (-19,1%), delle pelli e calzature (-12,9%), della gomma e materie plastiche (-12,4%) e del legno e prodotti in legno (-11,7%).
L’Istat conferma anche che il Pil nel terzo trimestre dell’anno è diminuito dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,9% sul terzo trimestre del 2007. L’istituto conferma quindi la stima preliminare diffusa a metà novembre. E sentenzia: “recessione tecnica”.