Che fare contro la crisi
Le proposte della Cgil: non solo lotte e scioperi contro il governo. Anche alcune idee per sostenere il reddito e aumentare gli investimenti. Inoltre, “vanno ridotte le tasse su salari e pensioni”
Scioperi, mobilitazioni, cortei. Che riguarderanno, a strettissimo giro, i dipendenti del pubblico impiego e quelli del commercio, fino ai metalmeccanici e ai pensionati. Ma alle iniziative di protesta, la Cgil (che ha riunito a Roma i suoi delegati per una partecipata assemblea nazionale) affianca una serie di proposte che, all’interno di una forte contestazione alle iniziative assunte dal governo da giugno ad oggi, puntano a fornire un contributo per “gestire” le conseguenze della crisi.
A proposito delle risorse destinate alla detassazione degli straordinari (circa un miliardo di euro), la Cgil sostiene che andrebbero utilizzate a sostegno dell’occupazione e per chi non ha gli ammortizzatori sociali. Il sindacato chiede anche incentivi di natura fiscale, ossia un intervento “fondato su sgravi o credito d’imposta ulteriori, rispetto a quanto già previsto dalle Finanziarie 2007 e 2008, per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato, con maggiorazioni per favorire l’assunzione delle donne e dei giovani, con particolare attenzione al Mezzogiorno”.
La seconda proposta riguarda il “sostegno al reddito”, attraverso la riduzione del prelievo fiscale su salari e pensioni nel prossimo biennio, da attuare mediante detrazioni o con la restituzione del ‘fiscal drag’, a partire da 500 euro nel 2008.
La Cgil chiede poi l’estensione della platea dei pensionati che ricevono una quattordicesima mensilità e la revisione del sistema di calcolo per la determinazione dell’aumento dei redditi da pensione”, accanto all’agevolazione nella ricontrattazione dei mutui (“ponendo parte degli oneri a carico del Tesoro e sostituendo l’Euribor con il tasso applicato dalla Bce al rifinanziamento delle banche quale tasso di riferimento per il calcolo delle rate dei mutui a tasso variabile”), l’adozione della tariffa sociale nei servizi di carattere economico generale, il contenimento di tariffe e ticket per i servizi a domanda collettiva e individuale, la lotta all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva.
Particolare attenzione viene dedicata dalla Cgil al “welfare e al rafforzamento della coesione sociale”. Per il sindacato occorre, anzitutto, dare un sostegno al reddito delle famiglie e dei giovani inoccupati (mediante un programma straordinario finanziato con circa 1 miliardo di euro) e benefici per i lavoratori addetti a mansioni faticose e usuranti.
Serve perciò un piano straordinario per ampliare i servizi per l’infanzia e per la non autosufficienza degli anziani, insieme a misure per rafforzare il controllo circa l’effettiva volontarietà delle dimissioni, contrastando “la pratica delle ‘dimissioni in bianco’, obiettivo per il quale non è certo sufficiente la soppressione del libro paga e del libro matricola e la loro sostituzione con un semplice libro unico del lavoro”.
Altre due misure invocate dal sindacato di Corso Italia riguardano il “sostegno agli investimenti e alla politica industriale” (con sostegno al ‘made in Italy’ e chiedendo la garanzia del Tesoro sugli affidamenti già concessi dalle banche fino al compimento degli investimenti previsti dalle stesse imprese) e una politica di investimenti pubblici. “Il sindacato intende sostenere un nuovo piano di investimenti infrastrutturali immediatamente cantierabili”, sottolineando “che il governo ha commesso un errore a tagliare gli investimenti in infrastrutture che sono passati dal 2,4 al 2,1 per cento del Pil”;
Infine, Epifani dedica l’ultimo capitolo al tema-immigrazione. Rivendicando un provvedimento di regolarizzazione degli immigrati, che “porterà risorse consistenti nelle casse dello Stato con il fisco, nel sistema previdenziale con i contributi e nel sistema finanziario attraverso risparmi e rimesse”. Chiede, poi, la riforma della cittadinanza (“soprattutto per i bambini nati in Italia, per superare le discriminazioni, a partire dal diritto di voto”), una gestione positiva e più efficace dei flussi d’ingresso e dei ricongiungimenti familiari, e la sospensione degli effetti della Bossi-Fini in caso di perdita di lavoro per crisi aziendali.