Università: “Il Governo premi le migliori”
Proposta al governo
‘Chi meglio spende, più guadagna’. E’ con la saggezza popolare che ora le università italiane vogliono provare a tirare avanti. Infatti, i rettori delle università aderenti all’Aquis, l’Associazione per la qualità delle università italiane, hanno fatto una proposta al Governo: “Meno tagli ai finanziamenti per gli atenei che spendono meglio”.
E sperano davvero di essere ascoltati, al punto che avvertono: “In caso contrario sarà chiara la volontà di penalizzare anche gli atenei più aperti al cambiamento e dunque i rettori saranno costretti ad assumere tutte le iniziative necessarie per evitare la catastrofe dell’intero sistema universitario pubblico del Paese”.
In sostanza, i Magnifici rettori “chiedono al Governo di giudicare i loro atenei per quello che sono”.
Loro, intanto, faranno “di tutto per dimostrare al Paese, all’insegna della trasparenza e dell’obiettività, quello che sono e quanto valgono”. E sono disponibili a confrontarsi con esperti del ministero dell’Economia e delle Finanze sui propri bilanci e sui criteri di gestione adottati nei loro atenei.
“Supereremo ogni forma di autoreferenzialità”, dicono ancora, suggerendo “la stipula di un ‘patto di stabilità’ da concordare con i ministeri dell’Economia e dell’Istruzione nel quale i due dicasteri dovranno impegnarsi a sottoscrivere accordi di programma ateneo per ateneo”.
Le decisioni, secondo i rettori soci dell’Aquis, avranno lo scopo di ridurre i tagli dei finanziamenti per quegli atenei che si impegnano ad attuare al loro interno una riqualificazione della spesa, comprendendo innanzitutto quella per la docenza e il personale, e garantendo in tal modo il mantenimento di un effettivo pareggio di bilancio nel medio periodo.
Ogni università, dunque, si impegnerà a concordare con i due ministeri precisi obiettivi da raggiungere per migliorare i propri risultati in materia di didattica, ricerca e gestione.
Il percorso proposto dovrà seguire i principi di “una qualità certificata da parametri obiettivi e procedure innovative nel reclutamento dei propri docenti, soprattutto dei giovani. E una disponibilità a rivedere la distribuzione a livello regionale o macroregionale della propria offerta formativa”.
Fondamentali saranno, inoltre, “l’impegno a modificare il proprio assetto di governance interno, attraverso una netta separazione tra funzioni di indirizzo e di gestione, e la disponibilità a negoziare con i ministeri dell’Economia e dell’Istruzione nuove modalità di definizione dei livelli e dei criteri per la contribuzione studentesca”.
Sono associate all’Aquis l’università di Bologna, l’università Politecnica delle Marche, l’università della Calabria, il Politecnico di Milano, la Milano Bicocca, l’università di Modena e Reggio Emilia, l’università di Padova, di Roma ‘Tor Vergata’, il Politecnico di Torino, l’università di Trento, quella di Verona, l’università di Chieti-Pascara, e l’università del Salento.