Marettimo senza scuola
Mamme e bambini protestano
Marettimo, anticamente chiamata ‘Hiera’, è la più lontana delle isole Egadi.
Questa mattina quindici bambini con i loro zainetti e le mamme hanno preso l’aliscafo per Favignana e sono andati a protestare nell’isola più grande dell’arcipelago delle Egadi. I proclami efficientisti del ministro Mariastella Gelmini da quelle parti non hanno prodotto molto.
Lì non c’è neppure una maestra e, ad una settimana dall’inizio del nuovo anno scolastico, la scuola primaria rimane chiusa.
Nadia Liotti, una delle mamme, dice: “La nostra è una protesta simbolica; intendiamo attirare l’attenzione degli organi competenti, dal provveditorato al ministero della Pubblica istruzione, affinchè affrontino definitivamente il problema e concedano garanzie anche per il futuro”.
La donna è sull’aliscafo col figlio di sei anni ed aggiunge: ”Per lui il primo giorno di scuola ancora non c’è stato: in questo momento io, come le altre mamme, proviamo delusione e disperazione. Fino allo scorso anno le maestre facevano di tutto per venire ad insegnare a Marettimo perchè veniva loro riconosciuto il doppio punteggio, un meritato premio per chi decide di svolgere la sua attività in un posto disagiato. Adesso, invece, non avendo alcun vantaggio non vogliono più venire. Noi chiediamo un intervento legislativo”.
Marettimo è anche la più alta e più montuosa delle Egadi. Circondata da acque ancora limpide e cristalline, l’isola è uno degli ultimi lembi di terra italiani in cui le barche e la pesca sono le cose più importanti: si dice che le barche di Marettimo siano le più belle dell’arcipelago e che sin dalla prima giovinezza i ragazzi di Marettimo si abituino a mangiare “pane e remi”, nel senso che il necessario sostentamento può venire solo dal mare.
Intanto il ministro dell’istruzione, dopo otto miliardi di euro tagliati dal governo al bilancio della scuola italiana, continua in un’operazione di immagine del tutto slegata dalla realtà.
In una conversazione con Bruno Vespa, contenuta nel prossimo libro del giornalista, il ministro afferma di voler tagliare gli sprechi e di voler investire in qualità, innovazione e premi per i docenti.
In questo programma prevede un bonus annuale da un minimo di cinquemila euro fino a settemila per la produttività a partire già dal 2010 per una piccola percentuale di professori e poi dal 2012 per almeno 250.000 insegnanti.
Dove prenderà i soldi è un mistero, considerati appunto i tagli prodotti dal ministro Tremonti. Tuttavia, almeno le parole sono gratis.